«IL PUG NON SIA UN FRENO PER I PIANI URBANISTICI APPROVATI E COLLAUDATI»

«IL PUG NON SIA UN FRENO PER I PIANI URBANISTICI APPROVATI E COLLAUDATI»

Elementi critici nel documento attuale? «L’indice di permeabilità territoriale al 50 per cento ridurrebbe drasticamente l’edificabilità».

Il mondo economico e produttivo osserva con molta attenzione l’evolversi dello sviluppo urbano che si intreccia con le attività in essere e con quelle future che potranno insediarsi nel nostro territorio. Anche Confapi Industria Piacenza ha presentato delle proprie osservazioni al Pug adottato e aperto a un rimodellamento là dove il consiglio comunale deciderà di approvare o di bocciare le proposte avanzate da cittadini e associazioni. A nome di Confapi Industria Piacenza riassume il senso delle osservazioni il presidente Giacomo Ponginibbi.

Ponginibbi, Confapi su cosa punta nelle sue osservazioni al Piano Urbanistico Generale?

«Confapi Industria Piacenza ha presentato osservazioni al Pug per ribadire un principio semplice: servono regole chiare e stabili, che non cambino durante il percorso. I piani urbanistici già approvati e collaudati non possono essere messi in discussione da nuove norme introdotte in un secondo momento, come stabilisce anche l’articolo 36 della legge regionale Emilia-Romagna n. 24 del 2017. Le imprese hanno bisogno di poter programmare investimenti su basi certe: innovazione, efficienza energetica e sostenibilità richiedono tempo e risorse. Per questo chiediamo che il Pug non diventi un freno, ma uno strumento che accompagni lo sviluppo e la transizione ecologica del territorio».

Vedete nell’attuale documento adottato dei punti che non condividete?

«Sì. Il primo elemento critico riguarda l’applicazione di nuovi parametri ambientali, come l’Indice di Permeabilità Territoriale fissato al 50 per cento, anche a comparti già disciplinati da strumenti urbanistici vigenti. Questa scelta, se confermata, avrebbe effetti sproporzionati: ridurrebbe drasticamente l’edificabilità utile e renderebbe non più realizzabili interventi già autorizzati e coerenti con la pianificazione precedente. Un secondo elemento è l’assenza di una clausola di salvaguardia nelle Norme Tecniche di Attuazione del Pug, che invece è indispensabile per dare continuità amministrativa e certezza giuridica, in linea con quanto stabilito dalla legge regionale già citata e dai principi generali di proporzionalità e non retroattività. Confapi non contesta l’introduzione di nuovi criteri ambientali in sé, ma chiede che vengano applicati con buon senso: da un lato garantendo compatibilità tecnica ed economica per gli insediamenti produttivi esistenti, dall’altro evitando di vanificare investimenti che contribuiscono alla sostenibilità e all’innovazione del territorio».

Il mondo produttivo e la piccola impresa che posizione hanno sulla logistica e per contro sulla sostenibilità?

«Il sistema produttivo piacentino è consapevole che la logistica rappresenta un tratto distintivo del territorio, ma la visione delle imprese non è di espansione illimitata. Al contrario, chiediamo che la logistica venga sviluppata in chiave qualitativa, privilegiando la rigenerazione delle aree esistenti, l’ammodernamento dei poli attuali e l’integrazione con modalità di trasporto intermodali più sostenibili. Non servono nuove superfici indiscriminate, ma infrastrutture più efficienti, capaci di ridurre traffico pesante, tempi di percorrenza e impatti ambientali. Questa impostazione non è in contraddizione con la sostenibilità, ma ne è parte integrante. Le piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura del nostro sistema produttivo, sono già impegnate in percorsi di efficienza energetica, innovazione tecnologica e razionalizzazione dei processi. Tuttavia, chiedono che la sostenibilità sia perseguita con regole proporzionate e praticabili: standard troppo rigidi o irrealistici rischiano di tradursi in un freno allo sviluppo, anziché in uno stimolo al miglioramento. Confapi sostiene una visione in cui competitività e sostenibilità non siano viste come poli opposti, ma come due leve da bilanciare in modo intelligente. Solo così Piacenza potrà crescere come territorio attrattivo, innovativo e al tempo stesso rispettoso dell’ambiente».