Confapi e organizzazioni automotive unite: decarbonizzazione avvenga attraverso combustibili rinnovabili

Confapi e organizzazioni automotive unite: decarbonizzazione avvenga attraverso combustibili rinnovabili

Confapi e le organizzazioni datoriali della filiera dell’automotive e delle imprese produttrici e distributrici di fuels rinnovabili e low carbon hanno inviato una comunicazione congiunta al Governo Italiano, alla rappresentanza italiana presso l’Unione Europea e ai membri del Comitato interministeriale per la Transizione Ecologia (CITE) per chiedere una riflessione sulla sostituzione totale dei motori endotermici con i motori elettrici (prevista dal pacchetto climatico dell’UE “fit for 55”), evidenziando che una transizione graduale debba passare anche attraverso l’utilizzo di motori endotermici che utilizzano combustibili alternativi meno inquinanti. Nel documento si pone l’accento sull’enorme contributo che i veicoli con motore a combustione interna alimentati con combustibili rinnovabili e a basso contenuto carbonico, affiancati allo sviluppo della mobilità elettrica, possono dare per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione del settore trasporti, sia a livello nazionale che europeo. In particolare si fa notare come non si può prescindere dal fatto che il parco circolante europeo di auto e veicoli commerciali sarà costituito nel 2030 ancora da oltre il 70% di mezzi equipaggiati con motori a combustione interna, in particolar modo con riferimento al trasporto pesante, e che bisogna necessariamente sostenere, parallelamente allo sviluppo di un ecosistema per la mobilità elettrica, una strategia europea per i combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio per far sì che l’importante contributo di decarbonizzazione richiesto al settore dei trasporti su strada possa efficacemente realizzarsi. Numerose pubblicazioni hanno infatti evidenziato i danni, occupazionali ed economici, derivanti dalla possibile messa al bando dei motori a combustione interna al 2035 nei diversi Paesi manifatturieri a vocazione automotive. Confapi e le altre organizzazioni firmatarie del documento, ribadiscono con forza l’impossibilità di considerare tutto risolvibile con il contributo di un’unica tecnologia, tra l’altro ancora in evoluzione dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e non ancora matura a livello di ecosistema di mercato in quasi nessun paese europeo.