«UNA CULTURA AZIENDALE BASATA SU SICUREZZA, ETICA E RESPONSABILITÀ»

«UNA CULTURA AZIENDALE BASATA SU SICUREZZA, ETICA E RESPONSABILITÀ»

Lusardi: «È quanto necessario oggi per le imprese che utilizzano l’Ai: abbiamo un programma articolato per accompagnarle nel percorso»

Bisogna aspettare il 2026 per l’entrata in vigore di un quadro di regole per ridefinire il modo di sviluppare e utilizzare le tecnologie digitali nei processi aziendali. Tuttavia già adesso l’intelligenza artificiale non è più una promessa per il futuro, ma una realtà che sta trasfor -mando in profondità il modo di lavorare, produrre e organizzarsi delle piccole e medie imprese. Anche le pmi saranno infatti chiamate a un rapido adeguamento per non farsi trovare impreparate dopo il nuovo regolamento europeo sull’IA e la legge italiana appena approvata.

«Le imprese devono iniziare da subito a mappare i propri strumenti digitali e capire dove e come l’intelligenza artificiale è già presente nei loro processi – sottolinea la vicedirettrice di Confapi Industria Piacenza Marika Lusardi – molte pmi impiegano sistemi di intelligenza artificiale senza esserne pienamente consapevoli: ma ora è il momento di acquisire competenze, verificare la conformità delle tecnologie e costruire una cultura aziendale basata su sicurezza, etica e responsabilità ».

Regolamentazione in base al livello di rischio Il Regolamento UE 2024/1689, noto come “AI Act”, introduce un principio fondamentale: la regolamentazione dell’intelligenza artificiale in base al livello di rischio. Più un sistema incide sulla vita delle persone o sui processi decisionali aziendali, maggiormente rigorosi saranno gli obblighi di trasparenza, tracciabilità e supervisione umana: per le imprese ciò si traduce nella necessità di garantire un uso consapevole e documentato degli strumenti intelligenti, soprattutto in ambiti delicati come la selezione del personale, la sicurezza o il controllo qualità. Le sanzioni per chi non rispetta le nuove regole potranno arrivare fino al 7% del fatturato globale annuo: un segnale chiaro dell’importanza attribuita al tema.

«Sebbene l’AI Act diventi pienamente operativo nel 2026, il momento per le aziende di prepararsi è adesso – fa presente Lusardi – come? Adottando criteri di governance dei dati e di valutazione dei rischi legati all’uso dell’intelligenza artificiale. Il vantaggio, oltre che in termini di conformità, sarà anche competitivo: chi si muove per tempo potrà integrare l’innovazione in modo sicuro e strutturato, migliorando processi e reputazione».

Con la legge 142/2025 un miliardo per le pmi A integrare il quadro europeo arriva la legge italiana 142/2025, approvata a settembre, che definisce le linee guida nazionali per un uso etico e sicuro dell’IA e stanzia un miliardo di euro di incentivi destinati a pmi, startup e centri di ricerca impegnati in progetti di innovazione nei settori industriale, energetico e manifatturiero: « Non è un semplice adempimento burocratico, ma un passaggio strategico per rafforzare la competitività del sistema produttivo – evidenzia la vicedirettrice – chi si adeguerà per primo potrà contare su vantaggi concreti, sia sul piano delle tutele sia su quello della reputazione aziendale. Oggi la conformità normativa è a tutti gli effetti un fattore di mercato ».

Confapi al fianco delle imprese Ecco allora che per accompagnare le imprese in questa transizione, Confapi Industria Piacenza ha avviato un programma articolato di informazione, assistenza e formazione tecnica che prevede una ricognizione delle tecnologie già in uso nelle aziende associate, la verifica della conformità dei fornitori, l’aggiornamento delle procedure su privacy e sicurezza informatica, la formazione del personale e il supporto per accedere agli incentivi pubblici.

«Confapi continuerà a essere al fianco delle imprese con strumenti pratici e aggiornati – conclude Lusardi – l’intelligenza artificiale non è solo una rivoluzione tecnologica, ma un cambiamento culturale profondo: riguarda la capacità delle imprese di integrare l’innovazione nei propri modelli di sviluppo».